Oggi 14 gennaio del 1900 avveniva un evento a Roma: la prima dell’opera Tosca di Giacomo Puccini su libretto di Giuseppe Giacosa, Luigi Illica, tratta dall’opera di teatro di Victorien Sardou (Parigi, 5 settembre 1831 – Parigi, 8 novembre 1908) drammaturgo francese, musiche di Giacomo Puccini.
Lo scenario il bel teatro Costanzi.
Fu scelta Roma sia per il soggetto dell’ambientazione ( tutta romana), sia per ottenere un po’ di quella sana pubblicità ad un opera di Casa Ricordi.
Lo spettacolo fu un successo e venne consacrato anche dalla presenza della Regina Vittoria e vari ministri presenti.
A proposito d’immagine, il manifesto e le scenografie e quindi le bozze furono eseguiti da Adolf Hohenstein, (San Pietroburgo, 18 marzo 1854 – Bonn, 12 aprile 1928) pittore, pubblicitario, illustratore, scenografo e figurinista tedesco.
Esponente del Liberty. Assieme a Leonetto Cappiello, Giovanni Maria Mataloni, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich, padre del moderno cartellonismo pubblicitario italiano.
I due interni, Sant’Andrea della Valle e la sala di Palazzo Farnese, e la piattaforma di castel Sant’Angelo, che serve per quel III atto, in quella suggestiva atmosfera dove, lo sfondo delle campane fatte suonare da una partitura dove lo stesso Puccini aveva dato dei colori definendo le note con lontane, più lontane, c’è il noto epilogo.
Muore Cavaradossi, amante di Tosca, fucilato dalle guardie di Scarpia, capo della polizia papalina; muore Scarpia pugnalato da Tosca alla quale il losco figuro aveva proposto un patto scellerato consistente nel cedere alle sue brame in cambio della libertà di Cavaradossi; muore, infine, anche Tosca, suicida.
A voi l’ascolto.
Javier Martinelli, Roma 14 gennaio 2014
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